Se anche tu hai ricevuto un accertamento, una cartella o un altro atto da parte dell’Agenzia delle Entrate, da parte dell’Agenzia Riscossione (ex Equitalia) o da parte dell’Inps, sei sulla pagina giusta per capire come ti devi comportare.
Questi atti possono essere impugnati, a seconda dei casi, in 20, 40 o 60 giorni dalla loro notifica, quindi affrettati a trovare un professionista che ti possa assistere. Decorso il termine per l’impugnazione l’atto diventa definitivo e non più impugnabile.
Uno dei più frequenti motivi di contestazione delle pretese del fisco è rappresentata dalla prescrizione (v. sito inps).
Difatti i crediti dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, si prescrivono secondo diversi termini a seconda del tributo o del contributo di cui si discute:
- i crediti INPS relativi alla previdenza e all’assistenza: si prescrivono in 5 anni;
- i crediti IRPEF, si discute se si prescrivano in 5 o 10 anni;
- i crediti per ICI e IMU si prescrivono in 5 anni;
- i crediti per BOLLO AUTO si prescrivono in 3 anni;
- i crediti per TARI (in precedenza detta Tarsu, Tia e Tares) si prescrivono in 5 anni.
La prescrizione è cosa diversa dalla decadenza del fisco dal proprio potere di accertare maggiori suoi crediti, ma quello della decadenza è un tema di cui ci occuperemo in un altro post, essendoci diverse variabili da considerare al fine del calcolo del termine.
Se hai ricevuto un atto da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, o hai scoperto l’esistenza di un fermo amministrativo o di un’ipoteca sul tuo immobile, puoi contattare il nostro studio per una prima consulenza senza impegno.
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